L'Italia, nonostante il suo enorme patrimonio monumentale e paesaggistico, non ha mai brillato per tutela dei propri beni culturali.
Nel capoluogo campano l'incuria è tale che una testata specialistica, qual è The Art Newspaper, invita il grande pubblico a visitare Napoli prima che sia troppo tardi.

E' giusto che i motori di ricerca possano "sfruttare" per espletare il servizio che offrono materiale protetto da copyright (ad esempio articoli pubblicati on line da testate giornalistiche sul proprio sito)? No, secondo alcuni editori francesi, che hanno scatenato una vera e propria guerra a Google, con una trattativa durata mesi e mediata addirittura dalla Presidenza della Repubblica.

Com'è possibile che un piccolo stato come il Regno di Sardegna potesse conquistare in pochi anni tutta l'Italia? E che Garibaldi e i Mille potessero occupare militarmente tutto il meridione in poche settimane? Il Regno delle due Sicilie era davvero un paese culturalmente ed economicamente arretrato? Domande alle quali oggi la storiografia comincia a rispondere in modo più sfumato che in passato.

Ogni novità tecnologica è foriera di benefici, ma anche fonte di destabilizzazione dello "status quo": i nuovi supporti elettronici all'editoria, l'autopubblicazione e la diffusione del libro elettronico (ebook), ha dato la stura ad una vivace querelle nel mondo dell'editoria e della cultura in genere.

L'inserto domenicale del Corriere della Sera "La Lettura" riportava ieri (5 Febbraio 2012, n.d.r.) la traduzione di un articolo firmato Richard Nash, un noto consulente editoriale statunitense.

Che le parole siano armi affilate lo sapevamo, ma è bene non dimenticarsene mai.

Interessante analisi comparata dei titoli con cui Repubblica e Giornale riportano lo stesso fatto di cronaca.