Quasi trent'anni dopo la creazione del suo celebre cubo, l'ingegnere e inventore ungherese Rubik sta per lanciare una nuova versione del gioco, fatto stavolta di sfere concentriche da far ruotare su se stesse. Si chiamerà "360", ma, anche se i suoi produttori ci sperano, sarà comunque difficile ripetere il successo del fratello maggiore, che vanta centinaia di milioni di esemplari venduti e appassionati in tutto il mondo.

Paolo Rumiz parte per un altro avvincente viaggio, tutto italiano questa volta. I suoi appunti e resoconti saranno pubblicati a puntate da Repubblica.

Andrea Camilleri, insieme a Saverio Lodato, ha curato per "L'Unità" una rubrica che è stata recentemente pubblicata in volume col titolo: "Un inverno italiano. Cronache con rabbia 2008-2009".
In questo libro lo scrittore siciliano racconta gli eventi politici della stagione 2008/2009 dal suo punto di vista.

Oriana Fallaci ha osservato la conquista del suolo lunare da posizione privilegiata: inviata a Houston per raccontare l'evento, ha potuto osservare da vicino i protagonisti dell'impresa.
Ciò che racconta in questo articolo, pubblicato su "L'Europeo" nel 1969 e ripubblicato lunedì scorso (20 Luglio 2009, n.d.r.) su "Il Riformista", è tutt'altro che edificante. Rimuovendo la retorica maschera da eroi, gli uomini che fecero l'impresa appaiono piuttosto modesti.

Marina Abramović è una delle menti più prolifiche e brillanti per quel che riguarda la "live performance". La sua idea di arte è incentrata sullo spettatore che, come si vede nel filmato, viene preparato alla performance con appositi esercizi.
Fondamentali i concetti di spazio e di tempo, difatti lo scopo principale degli esercizi è di rendere lo spettatore consapevole del proprio corpo, e delle senzazioni che lo spazio circostate suscita in lui (il respiro, il contatto con il pavimento, il semplice gesto di bere un bicchiere d'acqua, ecc.), e del tempo in cui egli vive, esiste.