Aher Arop Bol, dopo un'avventura umana ai limiti del possibile, ha pensato di mettere la sua storia nero su bianco; così in sole sei settimane è nato "The Lost Boy" (Il Ragazzo Perduto, n.d.r.).
La critica saluta il suo libro come un vero e proprio capolavoro.

Sia pure a fatica, anche in Cina cominciano ad affermarsi in campo culturale idee nuove, che si propongono l'ambizioso obiettivo di rompere con la tradizione del passato ispirandosi a modelli di espressione tipicamente occidentali. Lo testimonia la recente organizzazione a Pechino di una mostra sull'arte contemporanea cinese, inaugurata esattamente a vent'anni di distanza da un'analoga iniziativa (che aveva dato il via alla famosa rivolta studentesca del 1989), e segnata da opere decisamente provocatorie, oltre che da una certa ostilità delle autorità.

Netta la stroncatura dell'europarlamentare Simone Veil, ex-deportata ad Auschwitz e da sempre impegnata in politica e nel sociale. Troppo edulcorato, a suo giudizio, l'olocausto rappresentato nelle pellicole di Roberto Benigni (La Vita è Bella) e di Spielberg (Schindler's List): il dramma della Shoah è ridotto ad un melenso e commovente gioco di sentimenti.

Nell'estate del 2006 ne sono state ultimate le riprese e si è dovuto attendere circa un anno per vederlo apparire nelle (poche) sale cinematografiche. Si tratta del film "Guido che sfidò le Brigate Rosse": la ricostruzione cinematografica di uno degli omcidi più misteriosi e apparentemente insensati degli anni di piombo; l'omicidio di Guido Rossa, operaio dell'acciaieria di Genova e sindacalista della CGIL.

Questo eccezionale ritrovamento getta una luce nuova sui riti magici che si celebravano a Roma, in occasione del capodanno (15 Marzo), intorno al I secolo d.C.
Un mondo di rituali fino ad ora poco noti si schiude ai nostri occhi: cerimonie e giochi, proibiti dall'impero, ma molto capillarmente diffusi tra i ceti popolari.
Cosa racchiuderanno quei piccoli misteriosi bussolotti in piombo ritrovati nella fontana...