Un intervista a Maurizio Mastrini, il pianista e compositore divenuto celebre da quando, 2 anni fa, ha cominciato ad eseguire i brani del suo repertorio classico... suonandoli al contrario.
Mastrini spiega come, su tale idea, difficoltà tecniche a parte, abbia elaborato una sua personale filosofia di vita, che l'ha portato a mutare la sua stessa esistenza quotidiana.

Porto Ercole prepara le celebrazioni per il quarto centenario della morte di Caravaggio, che esalò l'ultimo respiro proprio nella piccola città di mare toscana.

Tra poco più di un mese ricorrono i 70 anni dalla pubblicazione de Il deserto dei Tartari, la più celebre fra le opere di Buzzati. Malgrado uscisse nel periodo del regime fascista e in piena II Guerra Mondiale, ebbe vasto successo anche all'estero.
Un'opera all'epoca originale, che affrontava con toni sommessi ma spiazzanti i temi del disagio e dell'alienazione della vita moderna, quell'"aspettando Godot" che non arriverà mai. Rendendola così attuale anche ai nostri giorni.

Alcuni giorni fa è morto Eric Rohmer, uno dei registi più originali fra i cantori della "nuovelle vague" francese. Sebbene il suo nome fosse spesso accostato a quello dei vari Godard, Chabrol, Rivette, il suo stile di vita riservato e il carattere schivo gli hanno garantito un percorso tutto suo e una certa tendenza ad essere sotto stimato.

Gli inni nazionali sono forse l'ultimo dei simboli moderni in cui sopravvive tenace il senso della nazionalità dei popoli, per questo ad essi siamo spesso visceralmente legati. Non di rado, però, vengono considerati dagli esperti (musicisti o poeti) piuttosto banali o addirittura imbarazzanti. In questo curioso testo, che è una traduzione da un articolo di Thimoty Garton Ash, si passano in rassegna diversi inni nazionali, mettendo in luce bizzarrie e fatti poco noti.