Cultura
Mameli, 70 anni di "precariato"
La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha dato via libera al decreto che adotta ufficialmente "Il Canto degl'Italiani", meglio noto come l'Inno di Mameli, come Inno Nazionale della Repubblica Italiana. Curiosamente, dopo un decreto del primo Governo De Gasperi che lo aveva indicato come inno "provvisorio", nessun altro Governo o Parlamento aveva più affrontato la questione, malgrado, a più riprese, erano stati proposti altri motivi giudicati più degni di rappresentare tale compito.
La Storia come barzelletta
Un libro recentemente pubblicato in Germania rivela che, negli anni della DDR e del Muro di Berlino, i Servizi Segreti della Germania Ovest erano soliti raccogliere e catalogare in rapporti segreti... le barzellette che circolavano al di là del muro: in un regime dittatoriale spietato come quello controllato dalla Stasi sarebbero state infatti un formidabile barometro del malcontento popolare. E forse i loro creatori assurgevano addirittura allo status di rivoluzionari?
Dietro la maschera di una caratterista di successo
Il giornalista Alessandro Dell'Orto ha realizzato un'intervista a Irina Sanpiter, interprete del film-cult Bianco, Rosso e Verdone (nel personaggio ancora più cult di Magda...) che ha accettato, dopo tanti anni, di mettersi a nudo, raccontando il perché del suo abbandono delle scene e frammenti della propria vita privata. Oltre a gustosi aneddoti sulla realizzazione del film.
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SanBa 2014: Arte pubblica a San Basilio (video reportage)
Il 30 Maggio scorso si è conlcuso il progetto "SanBa 2014", un esperimento di arte pubblica nella profonda periferia Est di Roma. Il progetto, teso a riqualificare culturalmente uno dei quartieri più difficili della Capitale, è terminato in una grande festa che ha celebrato i quattro grandi murales realizzati da Liquen e da Agostino Iacurci con una parata a suon di 'saNba' (appunto).
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Rab: il campo di concentramento italiano
Noi italiani abbiamo tanti vizi, tra i molti anche quello di nascondere sotto al tappeto del salotto le vergogne della nostra storia. Tra il 1941 e il 1943 l'esercito italiano rinchiuse nel campo di concentramento di Arbe (oggi Rab) circa diecimila tra sloveni e croati; i morti per fame, malattie, freddo e stenti furono circa mille e cinquecento.
Ad oggi nessun presidente, ambasciatore o capo di stato italiano ha reso onore alla memoria degli uomini, donne, bambini e anziani morti a Rab.
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