La sindrome di Proteo è il nome scientifico di una rarissima malattia genetica che causa terribili deformazioni delle ossa e dei tessuti, in particolare della testa e degli arti. E' stata resa celebre dal caso di John Merrick, un giovane vissuto in Inghilterra alla fine dell'800 oggetto dei primi studi clinici e dal film Elephant man di John Lynch che ne ricostruì la storia.

Dagli Stati Uniti arriva una incoraggiante novità nel campo della cura alle lesioni del sistema nervoso. I ricercatori del Christopher and Dane Reeve Foundation, un centro di ricerca privato specializzato in questo campo, è riuscito a risvegliare le vie motorie di un giovane divenuto paraplegico da ben cinque anni. La tecnica consiste in una stimolazione elettrica della colonna vertebrale, a diverse frequenze e intensità; e, sebbene sia ancora allo stadio embrionale, essa promette interessanti sviluppi futuri.

Che fumare sia nocivo per la salute lo sapevamo tutti. La novità (io, almeno, non lo sapevo) è che il fumo delle sigarette contiene addirittura un isotopo radioattivo del polonio! Due pacchetti equivalgono più o meno ad una radiografia al torace!

Stando ai documenti citati nell'articolo, questo fatto era noto alle industrie del tabacco già dal 1965, e probabilmente anche prima. Le industrie hanno anche studiato potenziali soluzioni al problema, ma hanno scelto di non agire, in quanto la rimozione del polonio "non avrebbe portato vantaggi commerciali".

Il comune di Parigi vara un notevole progetto di "car sharing", ovvero il noleggio a ore delle automobili diffuso da qualche anno anche nelle nostre città, utilizzando una flotta di ben 3000 unità (contro la decina di Roma...) tutte elettriche.
Ma fa passi in avanti anche la diffusione sul mercato di automobili elettriche: Pegeot, Citroen, Opel, Mitsubishi e Renault sono pronte al lancio dei primi modelli commerciali che, si spera, guadagnino consensi nei prossimi anni.

A quanto pare tale Ennio Piccaluga, giornalista intervistato da Voyager nella puntata dell'8 settembre, sosterrebbe che molte delle immagini del Pianeta Rosso che siamo riusciti ad ottenere mostrerebbero in modo evidente strutture artificiali enormi e anche in decadimento.