Servizi Sociali - Genitori: è guerra?

Il 5 dicembre scorso sono stati definitivamente assolti i coniugi Covezzi dall'accusa più infamante che su un genitore si possa adombrare: pedolfilia e violenza aggravata sui propri quattro figli. Peccato, però, che nel frattempo Delfino Covezzi sia morto (l'accusa risale al 1998) e soprattutto, che all'epoca i bambini siano stati immediatamente sottratti ai genitori, che non li hanno mai più rivisti. Il Foglio ricostriusce tutte le tappe di questa scandalosa (e misconosciuta) storia.

Lingua: 
Italiano

M'interrogo e non mi so dare una risposta

E' fin troppo superfluo esprimere il massimo dello sdegno possibile per una vicenda che, come ricostruito dal quotidiano, si commenta praticamente da sé.
Preferisco piuttosto fare una riflessione più generale sull'istituto della sottrazione dei minori alla patria potestà, fenomeno regolato dalle leggi italiane che, però, non sembrano funzionare molto bene. E' frequente la notizia di bambini che vengono ripetutamente maltrattati o adirittura uccisi da genitori violenti, malati o incapaci, tristissime condizioni per le quali è stato giustamente adotatto questo traumatico procedimento legale, nei quali i Servizi Sociali, ovvero le strutture pubbliche ad esso preposte, paiono latitare o arrivare in triste ritardo. Ma pare siano altrettanto frequenti casi di incapacità, superficialità nella gestione di questo istituto da parte dei Servizi Sociali. In generale, in un paese come l'Italia che fa della difesa del focolare domestico, della tradizione della famiglia intesa come vero e proprio valore esistenziale, queste notizie suscitano un terribile scandalo, impersonato in questa storia dall'On. Giovanardi, che si è proposto come paladino della famiglia Covezzi. E' pur vero, tuttavia, che tutte le statistiche dimostrano che il 99% degli abusi, delle violenze e dei maltrattamenti si nascondano proprio nella famiglia, o nella ristretta cerchia che gravita intorno al nucleo d'origine dei bambini. E' naturale, quindi, che al Legislatore occorano strutture e leggi molto forti per spezzare quei legami perversamente ammalati; tuttavia, a colpirmi significativamente sono state le parole di Marcello Burgoni, un Responsabile dei Servizi Sociali della Provincia di Modena, rilasciate in un intervista dell'epoca, il quale, interpellato sulla durezza della misura comminata, la sottrazione immediata dei minori ai genitori, (http://www.tempi.it/lorco-di-mirandola#.VKaZcHtunIV) pontificò, in parole povere, che mentre in Italia vi è la cultura che vuole i bambini di proprietà dei genitori, lì, nella sua struttura si era orgogliosamente convinti del contrario, che i minorenni appartengano invece allo Stato (inteso, a quanto pare, come una sorta di Papà civile di Sovietica memoria). Ecco, a patto che le parole di questo dirigente non siano state strumentalizzate/enfatizzate/gonfiate, probabilmente è proprio questo modo manicheo di impostare il problema ad essere sbagliato, come se debba trattarsi di una sorta di laica guerra di religione (forse neanche troppo laica, a pensarci bene). Altrimenti, non so davvero darmi una risposta.